qui si racconta la storia di germain, lo "scemo del villaggio". centodieci chili di muscoli per sorreggere una testa selvatica, un passato di mancata educazione sentimentale e un presente di conta dei piccioni e pomeriggi spesi al bar. qui si racconta di un incontro straordinario nel piu` ordinario dei luoghi, un parco pubblico. si traccia il delicato resoconto della piu` improbabile delle complicita`, quella tra un gigante semi analfabeta e una vecchina con i capelli viola e la passione per i libri. si dimostra che l`intelligenza e` altra cosa dalla cultura. quando le vite di germain e margueritte si accomodano sulla medesima panchina, ogni cosa, dentro e fuori, comincia a cambiare. e cosi` questa puo` anche essere una storia che parla di avventure o di amore... o di indiani. perche` no? i sentimenti, come le parole, non sono innati. bisogna acquisirli, piano piano. e quando sbocciano non conta piu` il vuoto che c`e` ancora da riempire, ma tutto il pieno che invade il cuore e la testa come gramigna che non si puo` piu` estirpare. il mondo in cui pianta le sue radici un`altra selvatichezza, fatta di affetti, fatta di parole. come quella di germain e margueritte, e del vocabolario che ne riscrive i destini. |