nel secondo dopoguerra il ritorno dell`italia alla tradizionale liberta` d`emigrazione, la ricostruzione economica europea e l`avvento in occidente di democrazie piu` compiute sembrarono promettere un`epoca di liberi flussi migratori. nella realta` tutto ando` diversamente: la necessita` di lavoratori stranieri fu a lungo limitata e le politiche migratorie internazionali rimasero restrittive e inefficienti. di conseguenza, in decenni in cui l`italia era il principale serbatoio europeo di manodopera, l`espatrio illegale divenne un fenomeno vasto e diffuso in tutta la penisola. solo una piccola porzione dei clandestini italiani era mossa da ragioni giudiziarie o politiche. la maggioranza era composta da lavoratori, uomini, donne e bambini che quasi in nulla si distinguevano dai connazionali piu` fortunati che riuscivano ad emigrare nel rispetto della legge. dopo avere attraversato i confini stranieri spesso al prezzo della vita, molti furono "sanati" ed equiparati agli immigrati regolari, ma quasi tutti vissero a lungo nell`illegalita` sperimentando sfruttamento e precarieta`. molti si rassegnarono a rimpatriare rapidamente, mentre i piu` sfortunati, in mancanza di meglio, finirono per arruolarsi nella legione straniera francese partecipando anche alle guerre d`indocina e d`algeria. |