ci si puo` accostare secondo diverse prospettive e con diversi metodi al cristianesimo antico, un periodo tanto affascinante quanto magmatico, creativo e differenziato. un aspetto caratterizzante fin dagli albori le fonti letterarie cristiane e` costituito dall`inesausta riflessione teologica. il volume indaga le ragioni di questa particolarita`, offrendo una sintesi attenta ai nodi problematici, ma allo stesso tempo chiara, del pensiero degli antichi cristiani. si parla di teologia con accezione vasta, comprendendo non solo la cristologia e quella che, seppure anacronisticamente per i primi tre secoli, si puo` definire concezione trinitaria, ma anche cio` che i cristiani pensavano dell`uomo, della storia, della sua fine, dei modi di vivere e di organizzarsi come seguaci di gesu`.l`approccio alla materia e` storico: si e` evitato di valutare gli autori in base a posteriori criteri di ortodossia, da spiegare anch`essa in un`ottica storica, o di sovrapporre uno schema di progresso lineare al concreto farsi del pensiero, da analizzare nella diversita` delle aree geografiche, degli influssi culturali, dell`organizzazione delle singole chiese: ne risulta un quadro ricco e sfaccettato, perche` i cristiani pensarono cose diverse su dio e su gesu`, e tuttavia unificato dalla comune convinzione che gesu` fosse il portavoce di dio e che la sua funzione fosse salvifica. |