il libro intende focalizzare l`attenzione sullo spazio liturgico inteso non in senso astratto, ma come luogo percorso da "vettori" materiali, visivi o ideali, che si configurano nell`architettura, nei complementi figurativi, nell`arredo, nei cerimoniali, e che non necessariamente coincidono con l`orientamento principale della chiesa. nell`essenza, il problema e` quello della destinazione e della funzione degli spazi liturgici, della loro reciproca connessione, del modo in cui i sistemi pittorici e plastici riflettono e documentano tali connessioni "dinamiche". l`orientamento della chiesa cristiana fu percepito come un problema dagli aspetti molteplici, tuttavia non necessariamente la basilica paleocristiana sottende l`idea di un percorso in direzione dell`altare, bensi` eventualmente anche opposto. l`alto medioevo - soprattutto con la definizione delle cripte a corridoio - porra` la prospettiva di un percorso progettato per la visita alle reliquie, finche` l`eta` romanica conclamera` interi edifici programmati come santuari monumentali (pur essendo anche chiese monastiche o cattedrali). dall`eta` carolingia fino al romanico era stata presa in considerazione anche l`eventualita` di chiese a doppia direzionalita`, cioe` ad absidi opposte, con connotazioni liturgiche diversificate. la pittura e il mosaico costituirono le "integrazioni" figurative dell`edificio di culto fin dalla prima eta` cristiana, mentre per la scultura lapidea si dovra` attendere l`"esplosione" romanica. |