questo saggio nasce dalla passione dell`autrice per la psicoanalisi e per il canto, ed esplora la voce nel suo valore di legame sociale, di capacita` inventiva e sublimatoria. e uno sguardo attento sulla voce mentre fa arte, in un`epoca, quella attuale, controversa e per molti cospetti anestetica, cioe` sfavorevole all`estetica e alla sensibilita`. all`interno di un discorso dominante in cui "la sicurezza e` il bene supremo e l`unica audacia ammessa e` quella del consumo", cantare puo` divenire un modo per affermare la propria unicita` e contrastare la spinta all`omologazione del mondo contemporaneo. come si manifesta nel canto la dimensione pulsionale che contraddistingue ogni atto creativo? in che senso un corpo che da` voce e` metaforicamente femminile? qual e` il rapporto tra canto e godimento? a queste e altre domande il volume risponde spaziando dalle "voci narcise" a quelle sperimentali, da tom waits a demetrio stratos a mina, dai castrati alla death voice (nata nell`universo heavy metal), dalle diplofonie al rumore bianco, al silenzio. non mancano una rivisitazione del mito di orfeo e l`esame coraggioso di tematiche quali la dislessia e le voci stonate, la relazione tra canto e anoressia, il vissuto del cambio della voce negli adolescenti, le voci trans. |