per chi ci lavora, a contatto con il dolore delle persone, il pronto soccorso di un ospedale e` una trincea quotidiana, una frontiera sospesa tra la malattia e la salvezza. pierdante piccioni, pero`, non e` un medico qualunque. nel 2013, a causa di una lesione alla corteccia cerebrale ha perso la memoria e si e` risvegliato dodici anni prima della realta` che stava vivendo. dodici anni inghiottiti in un buco nero. da li` e` ripartito con fatica, tra depressione e rabbia, e ha combattuto con tenacia per riconquistare la propria vita, i propri affetti, il proprio posto nel mondo. lui, il dottor amnesia, ora e` di nuovo un primario di pronto soccorso. ma adesso che e` in prima linea, resta ancora un paziente costretto a fare i conti con la disabilita`, ed e` forse questo ad avergli fatto maturare una nuova empatia nei confronti di chi e` malato: ne conosce le sofferenze, ne comprende il disagio dinanzi a quell`elefantiaco che e` l`ospedale. avendo vissuto tutto cio` sulla propria pelle, in ogni occasione cerca di comportarsi come avrebbe voluto che i medici avessero fatto con lui, una condizione che se da un lato lo premia, dall`altro emotivamente lo sfinisce. scenario del suo ostinato lottare contro vecchi schemi e abitudini e` il pronto soccorso, un luogo di confine dove le vite di molti, con le loro incredibili storie, sembrano incrociarsi senza un senso apparente, paradigma di una societa` nella quale lo stesso piccioni spesso si sente un reduce senza futuro, costretto ad aspettare ancora il miracolo piu` grande, quello che gli deve restituire, insieme alla memoria, tutte le emozioni perdute. ma forse quel miracolo e` la passione di vivere, la stessa passione che lo spingera` ad andare oltre il suo ruolo di primario, per inventarsi un nuovo lavoro, occupandosi dei pazienti piu` fragili, dei piu` soli, degli ultimi. |