lajos e` un colto ingegnere ebreo ungherese, trasferito a roma. maria e` una giovane italiana cattolica, dalle forti passioni sociali e politiche. la loro storia d`amore, che sboccia negli anni trenta, e` gia` di per se` una sfida al destino, in un paese in cui il matrimonio tra persone di nazionalita` e religioni diverse e` complicato. ancor di piu` lo e` sotto il fascismo: con l`inizio delle persecuzioni contro gli ebrei la loro quotidianita` di famiglia borghese e benestante, costruita con impegno a forli`, si sgretola con impressionante rapidita`. mentre il regime da` un giro di vite dopo l`altro, lajos perde la cittadinanza, il lavoro, infine rischia di perdere la liberta` e la vita ed e` costretto a fuggire insieme alla moglie e ai tre figli di cui uno gravemente malato. nella solidale romagna, la rete del soccorso li indirizza presso una signora generosa, edvige mancini, che abita in una grande casa nel paese di premilcuore. solo che la signora non sa che sono ebrei. e gli szego non sanno che il cognome da nubile di quella donna cosi` gentile e` mussolini: e` la sorella del duce e ospita, al piano superiore, anche un comando tedesco. l`esistenza di lajos e maria e dei loro bambini si fa, se possibile, ancora piu` pericolosa e incerta. e la guerra non accenna a finire. ottant`anni dopo i fatti, a narrare questa storia incredibile su una panchina vicino a casa e` uno di quei tre bambini, alberto szego. dal suo incontro fortuito con cristina petit nasceranno un`amicizia sincera e questo racconto vero dal passo di romanzo, che intreccia storia del novecento e lessico famigliare, tragedia e speranza: un`avventura nel tempo e nella memoria. |