"e curioso quanti testi narrativi siano stati scritti su bruno schulz. come se si cercasse di riparare, in questo modo, all`ingiustizia abissale che ci ha privato di tanti suoi scritti perduti, dispersi, bruciati - e prima ancora di un`esistenza, la sua, non meno incenerita dalla storia. francesco permunian, che ha fatto della spigolatura biografica, e diciamo pure del pettegolezzo, un`arte polimorfa e persecutoria, ha colto l`occasione per quella che, alla maniera di zanzotto, definisce una fantasia di avvicinamento. in cui all`erudizione maliziosa (che gli fa rivisitare, per esempio, lo scambio epistolare di schulz con witold gombrowicz) si mescola a tradimento l`invenzione piu` falotica: la casella fuoriquadro della scacchiera, il germe inconfondibile di quella cosa che chiamiamo letteratura. a parlare e` un allievo di schulz, che "davvero" fu insegnante di applicazioni tecniche, il quale racconta una serie di fatti e fattoidi improntati a un`, fra l`altro speculando su un misterioso, ennesimo testo perduto di schulz, la relazione tecnica (come quelle di kafka per le assicurazioni di praga) sulla plasmabilita` artistica del cartone e il suo impiego nella scuola. evidente l`interesse della materia, per il demiurgo di . nonche` per l`altro allievo, quello della provincia nordestina, oggi massimo cantore di quei fantocci che siamo noi, i suoi simili." (andrea cortellessa) |