"la vocation suivie patiemment et naivement devient une fonction presque physique, une manie`re d`exister qui embrasse tout l`individu", scriveva gustave flaubert nel 1853. qualche anno dopo la scultrice francese camille claudel (1864-1943) sara` un altro mirabile esempio, altissimo e nel suo caso drammatico, di questa luminosa espressione, che racchiude in se` un`etica e un`estetica. attraverso i testi, alcuni per la prima volta in traduzione italiana, di chi la conobbe e scrisse sulla sua vita e sulla sua arte, si ripercorrono qui le tappe principali del suo appassionante e sofferto chemin de la vie (dal titolo di una delle sue opere piu` celebri) dalla creazione all`esilio, dal sogno all`incubo. in appendice il testo drammaturgico moi, a lei dedicato e ispirato. |