"la criminalita` organizzata pugliese nata negli anni `80 come `filiazione della camorra`, ha ereditato alcuni caratteri `arcaici` delle mafie in un`ottica d`innovazione e autonomia, favorita anche dall`affermarsi all`epoca delle politiche neoliberiste, dall`espansione dei mercati (e del corrispettivo allargarsi delle zone grigie tra il legale e l`illegale) e, piu` in generale, da quell`ideologia del profitto che avrebbe mutato non solo i volti delle citta` ma i costumi dei cittadini.nisio palmieri racconta l`insediarsi e l`espandersi di questa piaga criminale in una terra da sempre crocevia di civilta` e di scambi, fertile di ricchezza umana e sociale, capace di lasciare segni profondi nei piu` diversi ambiti, dall`associazionismo alla cultura, dall`imprenditoria all`accoglienza."cio` che mi preme sottolineare e` come l`analisi della trentennale attivita` criminale proceda di pari passo con la denuncia delle sottovalutazioni, dei ritardi e non di rado delle collusioni in ambito politico, economico, amministrativo (il che non impedisce all`autore di riconoscere i meriti e l`impegno, ad esempio quelli di tanti magistrati ed esponenti delle forze di polizia). e` una denuncia che riguarda non solo la puglia, ma l`intero paese. le mafie sono rese forti dal deficit di quella corresponsabilita` che rappresenta la spina dorsale di una democrazia. fa piacere che dalla puglia, proprio in questi ultimi anni, arrivino numerosi e forti segnali in controtendenza, segnali di una maggiore consapevolezza dell`impegno che ci compete in quanto cittadini. e conforta che uno studioso attento delle realta` criminali come nisio palmieri abbia a cuore questo aspetto da concludere la sua ricerca citando le parole di un grande scrittore siciliano, gesualdo bufalino, quando disse che a sconfiggere la mafia sarebbe stato un `esercito di insegnanti`."(dalla prefazione di don luigi ciotti) |