"sotto l`intatta cupola del piu` integro fra gli edifici classici, nella memoria dell`olimpo antico, il pantheon accoglie il piu` divino tra tutti i pittori, l`artista che nei brevi anni della sua vita ha raggiunto l`equilibrio sottile e prezioso di una serena perfezione, di uno stile naturale e ideale insieme, di una bellezza spontanea e incantevole. sulla tomba dell`amico raffaello il poeta e cardinale pietro bembo ha scritto: "qui giace raffaello. mentre era vivo, la natura credette di essere vinta. ora che e` morto, teme di morire a sua volta". l`epigrafe mette in chiaro il punto nodale della grandezza di raffaello: la meravigliosa ma anche misteriosa e davvero inimitabile osmosi tra arte e natura, che rende impossibile tracciare una linea di demarcazione tra osservazione della realta` e "idea". il 17 aprile 1520, venerdi` santo, una crepa si apre nei palazzi vaticani, come un oscuro presagio. nella notte, scosso da una febbre di misteriosa origine, a soli trentasette anni raffaello muore. le sue ultime pennellate sono per la grandiosa trasfigurazione della pinacoteca vaticana, una scena agitata, carica di impressionanti preannunci e di emozioni. la folla si agita nella parte bassa, mentre in alto, in un`atmosfera sempre piu` rarefatta, l`immagine radiosa di cristo sale verso la luce, la purezza, l`assoluto. va verso quel mondo di bellezza che raffaello aveva sfiorato da vicino, piu` vicino di chiunque altro." (stefano zuffi) |