perche` proviamo quello che proviamo guardando il rosso di un tramonto o ascoltando le note di una sinfonia? come mai non percepiamo le cose capovolte, visto che cosi` appaiono sul fondo della nostra retina? e come mai il mondo appare stabile di fronte a noi, in tutta la sua abbondanza di dettagli, nonostante le imperfezioni dei nostri occhi e il loro continuo movimento? con questi e altri enigmi si confronta il volume di kevin o`regan. la soluzione e` tanto originale quanto semplice: occorre cambiare il modo di concepire la visione, intendendola come esplorazione attiva del mondo e non come mera immagine interna di esso. diventa cosi` possibile spiegare cosa renda speciale il fenomeno della coscienza. una questione che per o`regan comincia a risultare scientificamente trattabile quando si comprende che la coscienza non e` qualcosa che accade nel nostro cervello ma e` qualcosa che facciamo e dipende nelle sue forme dai molti modi in cui interagiamo col mondo che ci circonda. |