in un mondo in cui ogni giorno si alzano nuovi muri e lo scontro politico si fa sempre piu` acceso, un nemico comune unisce destra e sinistra, populisti e democratici, reazionari e progressisti. che siano le aziende a delocalizzare, l`, la precarieta` del lavoro o il diffondersi del virus ebola, il libero mercato, il capitalismo o, nella sua definizione piu` abusata, il e` il capro espiatorio perfetto per tempi confusi, l`elefante nella stanza che tutti, quando ce n`e` bisogno, additano. a livello sia mediatico sia politico, il pregiudizio verso questo presunto ordine mondiale dipinge una realta` governata in segreto da una spectre di economisti responsabile della distruzione di ogni garanzia sociale e di aver arricchito una ristretta cerchia di speculatori senza scrupoli, a scapito del novantanove percento del mondo. la soluzione per ovviare a queste tragedie sarebbe sempre la stessa: piu` leggi, piu` controlli, e quindi piu` stato. per sfatare la presunzione di chi pretende di saperne di piu` di milioni di persone che ogni giorno comprano e vendono beni e servizi, alberto mingardi ridimensiona il mito del mercato pervasivo e tirannico, e ripercorrendone la sua vera storia mostra come in realta`, nell`ultimo decennio, di politiche neoliberiste ce ne siano state meno di quanto si crede. il che e` paradossalmente un problema: e` a quel poco di neoliberismo, infatti, che dobbiamo crescita e prosperita`. |