"mariella mehr - coniugando celan, nelly sachs e artaud in una prospettiva di riscatto (notizie dall`esilio), di laica redenzione (la costellazione del lupo) o di lucido delirio (san colombano e attesa) - rimane strettamente legata, soprattutto nella produzione piu` recente, al cortocircuito verbale, alla `wortbildung` (la parola tedesca composta che diventa trampolino di lancio per l`invenzione) cui segue la concatenazione sghemba dei versi, sempre inaspettata, provocatoria, materica e mai astratta o fine a se` stessa. mariella mehr arreda il suo universo linguistico come fosse un parco selvatico. cosi la sua ricerca poetica approda a volte a una magia crudele (`uno sguardo modesto / pieno di magia rumorosa, piu` terribile di qualunque ira`), altre volte a un meticoloso esercizio speleologico tra le `caverne dove, / vivono gli uomini di ghiaccio`, altre a un`esplosione che tutto scuote nei `crepacci del tempo`, altre ancora in formule alchemiche rivolte alla carne e alle sue pause di gelo (`nell`amore / togliamoci / esausti il gelo / dai capelli`) il tutto avvolto e travolto da una notte che inghiotte, restituisce e sottrae: s`insinua ovunque." (dalla prefazione di anna ruchat) |