misantropa, alcolista, dai molti amori bisessuali di breve durata, incapace di restare a lungo nello stesso posto, dimorante nell`ultima parte della vita in un casolare isolato attorniata dai gatti: alcuni tra i piu` precisi giudizi critici su patricia highsmith tendono a coniugare la valutazione dell`opera narrativa all`alone di stranezza che circonda la personalita`. per esempio graham greene scrisse della creatrice di mr. ripley, probabilmente pensando alla forza proiettiva della sua scrittura: "si entra in una storia della highsmith con una sensazione di pericolo personale" e un giornale letterario: "e` spesso chiamata scrittrice di mystery o di polizieschi, che e` piu` o meno come chiamare picasso un disegnatore" perche`, leggendola o venendo comunque a contatto del suo mondo, si avverte una singolare identita` tra vite narrate e vita vissuta, si indovina una personalita` incline a essere sotto il dominio del lato visionario della mente, la parte incantata, rapita dalle perversioni fantastiche. ma era cosi`, veramente, patricia highsmith? la scrittrice marijanne meaker per due anni, dal 1959 al 1961, fu di patricia amante e inseparabile compagna e in questo libro racconta quel periodo di amore ed esperienza. e come probabilmente niente piu` di un innamoramento e` capace di offrire il ritratto dinamico di una persona e una citta`, cosi` da queste pagine emerge il ritratto piu` prossimo della scrittrice, assieme al caleidoscopio della new york nel pieno fermento di anni artisticamente eccitanti e nuovi. |