, entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem. questa formula, apparentemente semplice e intuitiva, viene attribuita a guglielmo di occam, un frate francescano inglese vissuto a cavallo tra due e trecento, e a dispetto del suo aspetto innocente nasconde in se` un dirompente potere rivoluzionario. il suo autore non la scrisse mai in questi termini, ma fu probabilmente lui a dire che , e in ogni caso e` sicuramente a guglielmo che questo concetto viene ascritto sotto il titolo di : in pratica, tra due ipotesi che descrivono entrambe bene un fenomeno, conviene preferire quella che fa meno assunzioni e scartare la piu` farraginosa. gli ottocento anni che ci separano dalla prima enunciazione del sono costellati da continue conferme della sua validita`: a ogni svolta concettuale, a ogni vittoria dell`intelletto umano e` corrisposta la caduta di qualche orpello, si e` eliminato qualche , con la conseguente semplificazione delle nostre spiegazioni sul funzionamento del mondo. si puo` dire che il rasoio di occam sia il principio che ha favorito l`ascesa della scienza moderna e che ne guida a tutt`oggi il cammino. non e` un caso che umberto eco si fosse ispirato proprio a guglielmo di occam per tratteggiare la figura di guglielmo da baskerville nel "nome della rosa". johnjoe mcfadden racconta questa storia affascinante partendo dalla vita di guglielmo di occam e risalendo i secoli, di innovazione in innovazione, mettendo in risalto il valore rivoluzionario della sua idea, dall`universo mitologico a copernico e galileo, dallo spirito vitale a mendel, wallace e darwin, dalle prime teorie sul calore alla termodinamica, dall`aristotelismo all`universo di newton, einstein e higgs. descrivendo la passione, la curiosita`, gli errori e le lotte dei pensatori che si sono ispirati al rasoio di occam, "la vita e` sempl |