tre millenni fa zenone di elea costrui` una serie di paradossi logici per provare l`impossibilita` del movimento. in uno di essi sosteneva che se "congelassimo" una freccia in volo in un qualsiasi istante, essa apparirebbe ferma, e se e` ferma in quell`istante lo sara` in qualunque istante. il "crudele" zenone (come lo defini` paul vale`ry) decreto` cosi` la crisi di un basilare modello mentale, al quale continuiamo a fare ricorso per rappresentarci la realta`. l`eleate, fra i primi, mise in relazione il movimento con lo spazio e il tempo, ponendo una domanda cruciale: il tempo e lo spazio sono continui come una linea ininterrotta oppure risultano dall`accostamento di un insieme di unita` discrete come un filo di perle? nessuna risposta trovata e` tuttavia risolutiva. da galileo a einstein, dal piano coordinato di cartesio all`iperspazio di calabi, la definizione dell`essenza del movimento ha acceso l`interesse di generazioni di "filosofi naturali", che, con tenacia, hanno provato a colmare il divario tra i loro modelli matematici e la tessitura della realta`. un problema che il calcolo infinitesimale sembrava avere risolto, ma che nel xx secolo venne riformulato alla luce del dualismo onda-particella e che la fisica del xxi secolo - in particolare la teoria delle stringhe - potrebbe ridefinire dalle fondamenta. |