e` il grido di battaglia urlato a squarciagola dal capo dei tifosi abissini al madison square garden ed e` questa la battuta-chiave per comprendere il senso di cio` che fu "harlem", il film italiano piu` censurato di sempre. uscito alla fine di aprile del 1943 - due mesi prima dello sbarco degli alleati in sicilia e tre mesi prima della caduta del fascismo - il film di carmine gallone fu una delle piu` plateali opere di mistificazione del regime fascista, pensata e realizzata quasi 80 anni fa per illustrare alle masse il "razzismo di stato" e sancire cosi` la superiorita` della stirpe ariana attraverso un incontro di boxe tra un italo-americano e un pugile nero, trent`anni prima di rocky. interpretato dai divi piu` famosi dell`epoca, dal "buono" amedeo nazzari al "cattivo" osvaldo valenti, dall` "americanina" vivi gioi al "littorio" massimo girotti, e firmato da un incredibile (con la lente della distanza) plotone di giornalisti-intellettuali di prim`ordine, tra cui l`anti-americano emilio cecchi, il fascistone paolo monelli, l`ebreo giacomo debenedetti (che non pote` comparire a causa delle leggi razziali), il direttore antisemita de pietro petroselli e il futuro padre del neorealismo sergio amidei, harlem fu l`ultimo kolossal in costume fortissimamente voluto da luigi freddi, fondatore di cinecitta`, gran sacerdote del culto censorio e figura sui generis di gerarca sopravvissuto miracolosamente al 25 luglio e al 25 aprile. sequestrato nel 1944 dall`ebreo torinese pilade levi, capo della pwb film section della divisione degli alleati specializzata in comunicazione e propaganda, il film viene trasformato nel dopoguerra dalla neonata censura repubblicana in innocuo film sportivo, con tagli e modifiche ai dialoghi per quasi 40 minuti. la nuova versione, senza piu` alcun riferimento alla guerra d`etiopia, non convinse comunque alcuni sedicenti partigiani di reggio emilia che nel 1947 bruciarono nella pubblica piazza le pizze del f |