e il 1860 e mentre le grandi pianure occidentali d`america sono dimora dei bisonti nomadi, il duro acciottolato della citta` di new york e` il domicilio senza tetto di trentacinquemila bambini. ragazzi di strada, fortunati se riescono a vivere fino a vent`anni, la maggior parte scaricata agli ospizi per trovatelli. tra loro si aggirano annie, dutch e joe. dodici anni, indumenti laceri, stivaletti pieni di buchi, annie e` la piu` grande dei tre ed e` lei che conduce a casa di sua madre il reverendo charles brace, dell`associazione per l`assistenza all`infanzia, un tipo alto, magro, con occhi pallidi e infossati, la fronte sporgente e il naso lungo come un vegetale, incontrato per caso davanti alla bottega di un fornaio. rimasta sola dal giorno in cui suo marito e` caduto ubriaco da un`impalcatura mentre portava sulla spalla un carico di mattoni, la madre di annie non resiste un istante alla parlantina del reverendo che, affliggendola con storie sul fato funesto dei figli, riesce a portare con se` i bambini, come gattini presi per la collottola e infilati in un sacco. separata da dutch e joe, affidati a famiglie lontane, dopo diverse traversie e dopo essersi ricongiunta alla madre giusto in tempo per vederla spirare di parto, annie si ritrova a casa del dottore e della dottoressa evans, a dare una mano in cucina a mrs browder, cameriera e governante tuttofare. in quella casa, dove giovani donne accorrono in gran numero per alleviare le sofferenze del parto con il siero curativo... |