non e` infrequente che i matematici si trovino a discorrere della loro disciplina al di fuori degli usuali ambienti di lavoro. ne risultano discussioni, com`e` ovvio, piu` rilassate e informali, ma non meno appassionate. in molti casi sono i paesaggi agresti, o anche la semplice cornice di un qualche parco cittadino, a ispirare queste conversazioni. ma forse piu` spesso che alle seduzioni bucoliche della natura i matematici cedono alle lusinghe di una tazza di caffe`, di un boccale di birra, o di un bicchiere di vino, e non disdegnano le tentazioni della buona tavola. e talvolta, nel conviviale intrecciarsi di ragionamenti piu` o meno zoppicanti e improvvisate congetture, si e` assistito al germogliare di grandi idee matematiche. i lettori, dunque, non devono stupirsi del fatto che le conversazioni che costituiscono l`oggetto di questo libro si svolgano in ambienti che ben poco hanno di accademico. ne` devono meravigliarsi che i due autori, oltre a confrontarsi sui loro terreni favoriti, la teoria dei giochi e la logica, si divertano a divagare toccando temi - la letteratura, il tennis, il "talento naturale" - all`apparenza molto distanti dalla matematica. all`apparenza: perche` concepire la matematica come un`attivita` incontaminata e avulsa dalla multiforme varieta` del mondo e della cultura e` tanto insensato quanto confinare entro un esiguo recinto la curiosita` di chi, quella varieta`, aspira a indagare e conoscere. |