la sera del 5 dicembre 1943, il giovane pianista arturo benedetti michelangeli suona al teatro la fenice di venezia. in quelle stesse ore, polizia, carabinieri e volontari del ricostituito partito fascista - i carnefici italiani - compiono in citta` una delle maggiori retate di ebrei nella penisola dopo quella condotta dai tedeschi a roma il 16 ottobre. sulla base del censimento della popolazione di "razza ebraica" condotto a partire dal 1938, oltre centocinquanta tra uomini, donne, vecchi e bambini vengono stanati dalle loro case e tradotti alle locali carceri. nei giorni successivi i loro beni vengono sequestrati, gli appartamenti sigillati o destinati ad altri italiani. i prigionieri saranno poi trasferiti a fossoli di carpi, il principale campo di transito degli ebrei nella repubblica sociale, gestito da forze italiane. qui saranno detenuti in condizioni precarie e, quindi, caricati su vagoni piombati - dopo la consegna in mani tedesche - su cui verranno condotti alla morte nel campo di sterminio di auschwitz. questi eventi si ripeterono in modo analogo, tra l`autunno del 1943 e la primavera del 1945, nelle principali citta` e in una miriade di piccoli paesi del centro-nord della penisola italiana. perche` si tende ancora a rimuovere il ricordo di queste vicende, mentre prevale quello dei "salvatori" e dei "giusti"? perche` raramente si ricorda che almeno meta` degli arresti di ebrei fu condotta da italiani, senza ordini o diretta partecipazione dei tedeschi? |