li chiamavano fascisti. ma ascoltavano de andre`, addirittura guccini, guardavano con simpatia pure all`icona di che guevara, leggevano ii signore degli anelli ma anche saint-exupe`ry o kerouac. giovani di destra appiattiti dal peso di un`etichetta: "fascisti", appunto. ma libertari. per spiegare una definizione che suona come un ossimoro e mette in discussione i confini tra cliche` politici consunti dall`uso, luciano lanna sceglie di partire dall`immaginario, dalle idee, dai miti, dalle passioni di una generazione che - da destra - si e` affacciata alla politica negli anni settanta e che oggi afferma con forza un suo rinnovato ruolo nel dibattito pubblico. riannoda i fili di esperienze collettive, dai campi hobbit all`approdo al governo, e delinea con gusto della provocazione il pantheon del postfascismo: dai "numi tutelari" leo longanesi ed ezra pound si arriva fino a intellettuali restii a ogni classificazione, come ennio flaiano e roberto saviano, passando per indro montanelli e... vasco rossi. un viaggio al termine della destra (per parafrasare un libro-culto) che arriva fino al giorno d`oggi, fino a quegli strappi che appaiono tali soltanto a chi non tiene conto del passato. una destra nuova, poco conformista e molto libertaria. |