nell`atmosfera incantata di una notte bianca leningradese un ex agente dell`nkvd (la polizia politica staliniana) rievoca con candida nostalgia i "bei tempi" in cui passavano per le sue mani tante "vite" e tanti "destini", i curiosi rapporti che si instauravano tra lui, inquisitore dai modi cortesi e rispettosi, e i suoi "clienti", spesso uomini di cultura i quali, non avendo nulla da confessare, finivano per parlargli del loro mestiere: medicina, storia, poesia, diritto, ornitologia. una scienza quest`ultima, particolarmente interessante per l`agente polubolotov, da sempre affascinato, forse come retaggio delle sue origini contadine, dal canto degli uccelli e soprattutto dell`usignolo, capace di creare nel suo animo insospettati turbamenti. |