gretel lavora come lessicografa: aggiorna le voci del dizionario, ragionando quotidianamente sul linguaggio, attivita` che ben si addice alla sua natura riflessiva e solitaria. ha imparato che non sempre esistono vocaboli precisi per indicare ogni cosa, almeno non nel linguaggio di tutti; ma quando era piccola, e viveva su una chiatta lungo il fiume, lei e sua madre parlavano una lingua soltanto loro, fatta di parole ed espressioni inventate, e allora anche i concetti piu` astratti trovavano il proprio termine di riferimento, come il bonak, definizione di tutto quello che piu` ci fa paura. adesso sono passati sedici anni, esattamente la meta` della vita di gretel, da quando sua madre l`ha abbandonata, e le parole di quel codice stanno lentamente scolorendo, perdendosi nei fondali della memoria. ma una telefonata inattesa arrivera` a riportarle a galla, insieme ai ricordi di quegli anni selvaggi passati sul canale, dello strano ragazzo che trascorse un mese con loro durante quel fatidico ultimo anno, di quella figura materna adorata e terribile con la quale e` arrivato il momento di fare i conti. |