una storia di intellettuali italiani che per una volta smettono i panni dell`autorappresentazione vittimistica facendosi essi stessi, lucidamente e consapevolmente, vittime dei loro carnefici. e una storia ambientata tra torino, la val pellice e la val germanasca (le "valli dei valdesi") e che si alimenta in un carteggio tra tre interlocutori: willy jervis (ingegnere della olivetti, partigiano di giustizia e liberta`), lucilla rochat (sua moglie da undici anni e madre dei suoi tre figli) e l`amico giorgio agosti (magistrato, commissario regionale di giustizia e liberta`, che diverra`, dopo il 25 aprile 1945, per tre anni, questore di torino). willy jervis fu arrestato l`11 marzo 1944, incarcerato, torturato, poi fucilato la sera del 5 agosto 1944. una storia che lascia affiorare una profonda fede religiosa, un eroismo fatto di gesti sommessi e slanci contenuti, un amore e un`amicizia tanto profondi quanto discreti. lo storico giovanni de luna, nell`introduzione, ricostruisce la vicenda collocandola nel contesto della guerra tra tedeschi, repubblichini e partigiani. lo psichiatra giovanni jervis, figlio di willy e lucilla, nella postfazione, ricorda quel periodo visto con gli occhi di un ragazzino di undici anni. |