"consideriamo questo periodo della vita artistica di jacovitti come un contributo importante alla conoscenza di un`epoca e dei suoi passaggi, tra fascismo e democrazia, tra monarchia e repubblica, tra pensiero unico e pensiero plurimo, e dei suoi effetti sulla parte del popolo italiano che la guerra prima e la democrazia poi hanno travolto e sconvolto, rendendole difficile saper vedere e capire. la `zona grigia` divento` col tempo una `maggioranza silenziosa` fortemente condizionabile, ma negli anni che ci interessano fu essa a subire l`aggressione di cento tensioni, a essere la destinataria di cento messaggi contrastanti. la satira proposta da jacovitti del sistema dei tanti partiti, con le loro varianti e sovrapposizioni, e` tra le piu` spassose che l`arrivo rintronante della democrazia abbia prodotto nell`italia del dopoguerra, e li` davvero ce n`e` per tutti. jacovitti non si tira indietro, non si crede diverso e superiore rispetto ai suoi personaggi, si fa, come mai piu` dopo, protagonista egli stesso, rischia, si mette in gioco, si confessa, e apprezza o detesta da perfetto rappresentante e specchio di un`epoca unica e irripetibile, ma soprattutto immensamente vitale. della quale, si`, e` possibile oggi avere qualche nostalgia. non e` il piu` grave dei peccati di oggi condividere anche noi, per una volta, il luogo comune secondo il quale `si stava meglio (culturalmente, democraticamente) quando si stava peggio (economicamente)`." (g. fofi) |