come consideriamo i nostri bambini? come li educhiamo? come coltiviamo le doti che possiedono da sempre, fin da quando sono neonati? sappiamo riconoscerle, o lasciamo che siano le nostre personali ambizioni a determinare cio` su cui vale la pena "investire"? forse, noi stessi non siamo minimamente diventati quello che volevamo diventare. e, allo stesso modo, presi dalla frenesia e dall`ansia da prestazione che caratterizza la nostra societa`, rischiamo di non vedere e non rispettare i talenti presenti nei nostri bambini, o di "fraintenderli", fuorviati da un`idea sbagliata di talento e intelligenza. sulla base di questa riflessione, i due autori invitano a superare modelli educativi obsoleti e criteri di selezione che tendono a confondere le predisposizioni e i talenti con i voti alti in pagella. oggi, fatichiamo, imbrigliati come siamo in schemi educativi vetusti e in un`idea di successo superficiale, ad apprezzare l`iniziativa e il carattere individuale del bambino. ci limitiamo a esprimere un giudizio di valore in base a come svolge i compiti affidatigli o le informazioni che immagazzina, senza riconoscere e valorizzare il suo reale potenziale. tuttavia, anche la ricerca neuroscientifica oggi conferma che il bambino, ogni bambino, e` gia` competente, e` "dotato", fin dalla nascita. pertanto la questione non e` come educarlo, bensi` scoprire, e portarlo a scoprire, i suoi "tesori nascosti". |