se c`e` una lezione che possiamo trarre dalla vita tormentata di friedrich nietzsche, e` che riflettere troppo sulle cose non torna per forza a nostro vantaggio. che sarebbe successo se nietzsche fosse stato un animale piu` semplice, incapace di pensare in modo cosi` profondo alla natura dell`esistenza? o addirittura un narvalo? non c`e` dubbio, nei nostri crani succede qualcosa che non avviene nei crani dei narvali. noi possiamo mandare robot su marte. i narvali, no. noi possiamo comporre sinfonie. i narvali, no. noi possiamo trovare un senso nella morte. i narvali, no. qualsiasi cosa faccia il nostro cervello per produrre questi prodigi e` certamente il risultato di quella cosa che chiamiamo intelligenza. abbiamo sempre guardato al mondo e agli animali attraverso il nostro personale stile di intelligenza umana. ma se mettessimo a tacere la voce che tanto decanta l`eccezionalismo della nostra specie e ascoltassimo le storie che ci raccontano le altre? se riconoscessimo che a volte le nostre presunte conquiste umane sono in realta` soluzioni abbastanza scadenti da un punto di vista evolutivo? attraverso questo saggio impareremo che tutti gli animali possiedono una coscienza, capiscono qualcosa del passaggio del tempo e fanno piani per il futuro, intuiscono qualcosa della morte, imparano come funziona il mondo accumulando informazioni associative, possono essere menzogneri (pensiamo ad esempio alla "finta dell`ala spezzata" del corriere canoro o all`"inganno tattico" della seppia luttuosa), hanno intenzioni e obiettivi. gli animali hanno persino norme che guidano il loro comportamento sociale, dando loro idee su quello che e` giusto e su come loro (e gli altri) meritano di essere trattati. insomma, ci arrenderemo al fatto che gli animali hanno piccole menti piene di qualita` che vale la pena prendere in considerazione e che la nostra mente non e` il principio e la fine di ogni meraviglia! |