le alpi sono state un territorio, per molti aspetti esemplare, di radicali trasformazioni politiche, sociali e culturali nei secoli in cui si e` dispiegata la civilta` romana. prioritario a qualunque discorso storico e` comprendere la visione che gli antichi romani avevano delle alpi e dei popoli che le abitavano: luoghi marginali, difficili e inospitali; barriere a difesa di roma e della penisola; cerniere di comunicazione con la realta` transalpina; spazi estremi ove il sacro e il sacrilego si incontravano; attraversamenti imperiali carichi di implicazioni geopolitiche; vettori di comunicazioni, di commerci, di idee; luoghi di resistenza a difesa del territorio. questo volume non ha una sequenza cronologica. esso segue l`indispensabile snodarsi storico degli eventi importanti con approfondimenti sulla vita materiale, sulle mentalita`, sulle strutture sociali, economiche e religiose entro cui si sono formati e hanno operato uomini e donne vissuti nel territorio alpino. i romani hanno scritto un capitolo importante nella storia delle alpi. anche se a loro non piacevano affatto: troppo alte, troppo fredde, troppo lontane dal mare mediterraneo e da roma. per ragioni politiche e strategiche essi decisero di occuparle, abbastanza tardi nella loro storia, per riuscire a valicarle in sicurezza e completare la costruzione del loro grande impero. il baluardo inaccessibile che, in origine, costituiva il confine netto e la presunta naturale protezione dell`italia divento` progressivamente un luogo di passaggio frequentato. la conquista non si tradusse nella mera occupazione militare di un territorio sottratto con le armi ai popoli che lo abitavano. ben presto i romani compresero che le terre alte, in apparenza svantaggiate, potevano essere utili non solo dal punto di vista del controllo territoriale ma anche come serbatoio di materie prime e come potenziali incubatori di sviluppo economico. in tale prospettiva, la montagna, all`inizio soltanto episodicamente at |