"cluedo botanico" ci conduce a scoprire l`utilizzo piu` impensabile di foglie, funghi e alghe: risolvere crimini. un viaggio tra biologia e criminologia, botanica e scienze forensi al cui termine non guarderemo piu` le piante del nostro terrazzo allo stesso modo. quando nel 1978 ted bundy, uno dei piu` famigerati serial killer della storia, fu fermato per un`infrazione stradale non poteva certo immaginare che a farlo arrestare sarebbero state la terra e le foglie presenti nel retro del suo furgone, lo stesso tipo di quelle trovate sulla scena dell`omicidio di kimberly leach. nel 1987 furono dei frammenti di muschio a collegare il sergente charles ashley al luogo dove aveva ucciso melinda buchanan. nel 2010 sono stati invece i residui sul corpo della vittima di un raro ligustro cinese, presente nel giardino di jamie saffran, a incastrarlo come assassino. questi sono solo alcuni dei numerosi casi che david j. gibson passa in rassegna per mostrarci come lo studio dei vegetali e delle tracce da loro lasciate sia diventato sempre piu` centrale nell`esame delle scene del crimine. alternando dati scientifici e cronache giudiziarie, "cluedo botanico" ci rivela come i funghi possano essere usati per stabilire l`ora della morte, le spore per indicare la distanza spaziale o temporale tra due eventi, la presenza di alghe nei polmoni di un cadavere per comprendere se il decesso sia avvenuto per annegamento; ma anche come i fiori possano essere impiegati per produrre veleni letali o l`analisi delle fibre del legno possa portare a una sentenza di colpevolezza, come avvenne per esempio nel celebre caso del rapimento lindbergh. quello di gibson e` un invito a osservare il mondo delle piante da una nuova prospettiva, meno innocente e secondaria: ad avvicinarci a esse per guardare meglio la` dove il verde si tinge di rosso. |