la grande guerra e la resistenza hanno prodotto un terremoto nella letteratura: esprimere il nucleo indicibile di una violenza di tale portata attraverso i vecchi canoni non era possibile. per la prima volta nella storia dell`umanita` milioni di individui sono stati messi di fronte ad armamenti di enorme potenza distruttiva e un nuovo, feroce modo di combattere si e` imposto, mutando il rapporto tra uomo e natura per sempre. la rappresentazione del paesaggio ne ha risentito fortemente. nella grande guerra, come dimostrano i testi di emilio lussu o renato serra, la condizione del soldato al fronte sembra riflettere una frattura incomponibile tra uomo e ambiente. nella seconda guerra mondiale invece, col ritorno del soldato-partigiano nell`alvo della natura, si riaffacciano immagini di un paesaggio a misura umana, come nelle pagine di beppe fenoglio, luigi meneghello, giovanna zangrandi, angelo del boca: protettivo e adatto a una nuova alleanza con gli uomini. "paesaggi del trauma" indaga un nutrito corpus di diari e memorie che l`autore sapientemente fa dialogare con i testi che parlano delle recenti guerre nell`ex jugoslavia, narrate da mathias enard in "zona", opera in cui le immagini di violenza del xx secolo vengono proiettate nello scenario della storia europea. |