del complesso di azioni che compongono l`esecuzione pianistica, l`impiego del pedale di risonanza e` quella che piu` di tutte viene tradizionalmente lasciata all`istinto e alla sensibilita` personale dell`interprete. questo atteggiamento e` stato condiviso da molti compositori, ma non da fryderyk chopin, che nelle sue partiture mostra una fiducia nel segno del pedale forse superiore a quella di chiunque altro. nonostante cio`, le sue indicazioni originali riguardo a dove mettere in pedale, dove toglierlo, e dove non usarlo vengono costantemente rilette alla luce di una tecnica di pedalizzazione moderna, o tranquillamente trascurate nei casi in cui non coincidano con cio` che l`esecutore considera un "bel pedale". in pratica, nei confronti della musica di chopin, l`idea che alle indicazioni di pedale si debba la stessa fedelta` che si ha verso il resto del testo originale e` tutt`altro che scontata, e in pianisti e didatti prevale la convinzione che i pedali indicati debbano comunque essere aggiustati. l`ipotesi su cui indaga il volume e` invece diametralmente opposta. il saggio vuole dimostrare che i segni di chopin sono nella grande maggioranza dei casi perfettamente logici e realizzabili. essi rispondono semplicemente ad una tecnica di pedalizzazione diversa da quella tardo-ottocentesca, e ancor piu` da quella moderna: diversa, ma in se` perfettamente compiuta. presi alla lettura, i pedali di chopin svelano la concezione estetica dell`autore piu` di molti altri segni della partitura. |