nella calabria del 1943, caratterizzata da violenze e soprusi che sono retaggio di un passato feudale che sopravvive intatto nel presente, la morte di un bracciante, un "nessuno" secondo i "galantuomini", sembrerebbe destinata a non lasciare traccia nella coscienza collettiva, ma cosi` non sara`. cosi` attraverso gli occhi di un ragazzino, coinvolto in una vicenda drammatica di cui non capisce la causa, e gli scatti di una straordinaria macchina fotografica, la bessa voigtlander del 1935, scorrono segreti gelosamente custoditi. retrospettivi, come i campi d`internamento fascisti per ebrei, in particolare quello di ferramonti di tarsia, scomparsi nel nulla. vividi come le lotte per la terra al cui interno emergono storie drammatiche, come la morte di giuditta levato, uccisa da un barone che difendeva la "sua" terra. la comprensione completa della vicenda non arrivera` tuttavia che alla fine, rivelandone la protervia ma anche la banalita`. ancora una volta con hannah aarendt possiamo dire "la banalita` del male". |