questo libro e` come un diario, ora per ora, di un`esplorazione di nuovi territori incogniti, in cui il viaggio comporta un metter da parte, in quanto inutilizzabile, ogni conoscenza o aspettativa gia` acquisita, per forgiarsi via via gli strumenti inediti che meglio consentono di avanzare e prender dimestichezza col terreno, con tutta la sua peculiare novita`, con le sue qualita` finora ignorate. in quest`azione di scandaglio del corpus schubertiano, in primo luogo quello liederistico, ma anche di quello strumentale, in cui ogni intento sistematico, ogni velleita` totalizzante e` lasciata subito dietro le spalle in favore di una pratica puramente esplorativa, tutte le prospettive storiografiche consolidate, le concezioni teoriche e critiche gia` elaborate restano per forza tagliate fuori (beninteso, non ignorate!) di fronte all`urgenza di registrare, esaminare, capire il materiale, testare ipotesi, farsi guidare da cio` che via via viene alla luce. tutto questo comporta una radicale messa in questione di categorie fondamentali dello sviluppo umano (filosofia, lingua, teatro, poesia, l`essere stesso dell`uomo, e ovviamente la musica), delle loro interazioni, dei nessi che le legano, della loro evoluzione storica in reciproco rapporto. schubert si ritrova, allora, al centro di uno snodo epocale dell`evoluzione dello spirito nel mondo occidentale, dai greci al novecento. |