20 dischi inglesi e 20 dischi americani. dai grateful dead di "live/dead" a "the concert in central park" di simon & garfunkel. dal festival di monterey (1967) a quello di woodstock (1969) si consuma, nel giro di appena tre anni, la grande stagione dei concerti rock che, simile a un rito orgiastico o a una festa mobile, ha come scopo principale quello di mettere a punto nuove forme di societa` e nuovi modi di stare insieme, in attesa di una palingenesi totale che cambi il mondo sotto la spinta di una forza giovane. ma, alla fine degli anni sessanta, l`industria discografica impone un brusco ritorno all`ordine, impadronendosi dello spirito originario dei raduni rock, alterandone finalita` e modalita`, dettandone svolgimenti e tempi. non sfuggono alle principali majors i lauti guadagni che si possono ricavare considerando la nazione hippie alla stregua di un consumatore passivo di quel rock `n` roll circus che offre, come a woodstock, "three days of peace, love & music". la normalizzazione del rock spinge le etichette discografiche a organizzare estenuanti tour planetari utili non solo a promuovere gli album, ma anche a favorire una vera e propria discografia parallela, tratta dai concerti live, che si affianca a quella realizzata negli studi di registrazione. |