"ciao papa`, non so se ti spediro` mai questa lettera, ma intanto la scrivo. ti devo dire delle cose perche` qua la vita si fa complessa ed e` sempre piu` difficile capire, restare lucidi, trovare un senso, interrogarsi sulla felicita`." inizia cosi` la lettera di carlo g. gabardini al padre. una lettera che e` il dialogo a lungo rimandato fra un figlio diventato adulto e un padre troppo esemplare e troppo amato a cui, chi scrive, deve dire addio per affrontare la vita ancora da vivere. alternando cio` che e` stato e cio` che e`, gabardini da` voce a un "romanzo famigliare" che prende avvio nella milano degli anni settanta-ottanta in un appartamento nel quale i protagonisti - un padre, una madre e cinque figli, fra maschi e femmine - consumano cene "politicamente scorrette", si confrontano e si contano per scegliere la nuova auto da acquistare o il luogo dove trascorrere uno specialissimo compleanno, giocano partite di trivial pursuit, si danno appuntamento in cucina per te` notturni che diventano il momento piu` atteso e piu` intimo della loro quotidianita`. "fossi in te io insisterei" e` un racconto intimo e coraggioso, ironico e struggente, in cui e` impossibile non riconoscersi perche`, come scrive gabardini, "il coming-out non e` un`esclusiva degli omosessuali, ma di tutti. perche` "venir fuori", mostrarsi per chi si e` realmente, urlare cosa si desidera per la propria esistenza, non concerne solo la sfera sessuale, riguarda il nostro senso di stare al mondo. |