"chi dice che per fare dell`arte occorra proprio fare `cose difficili`? e chi dice che occorra servirsi dei mezzi tradizionali? quando, per la prima volta, l`uomo ha sentito il desiderio di dipingere non aveva certamente a sua disposizione un pennello o una tela. [...] il primo fatto di pittura sara` stato un segno tracciato sulla sabbia. millenni dopo quel segno si e` trasformato in un gioco di colori su una tela. ma nel futuro anche i colori sulla tela scompariranno, saranno cose del passato, consegnate alla storia e chiuse ormai alla vita. domani l`arte puo` finire. anzi io credo che l`arte del quadro finira`. perche` nelle nuove dimensioni nelle quali l`uomo vivra`, nelle dimensioni spaziali, l`arte, com`e` concepita oggi, sembrera`, per forza di cose, troppo primitiva, troppo inadeguata, troppo ridicola. l`arte del quadro non e` una necessita` dell`uomo, come e` il mangiare o il dormire. nella sua storia, l`uomo ha vissuto millenni senza la pittura. a un certo momento ha creato il quadro. bene, domani lo ripudiera`, non sapra` che farne, lo sostituira` con un`altra cosa. [...] non possiamo oggi sapere che cosa. io faccio questi tagli, questi concetti. io inizio una cosa. rispetto all`era spaziale, io sono l`uomo che fa il segno sulla sabbia. ho fatto questi fori. ma cosa sono? sono il mistero, l`incognito dell`arte, sono l`attesa di una cosa che deve succedere." |