"vivo da 40 anni nello stesso quartiere, a sarajevo, a due passi da un`antica chiesa ortodossa e da una moschea del xvi secolo. e salendo appena, da casa mia, raggiungo il seminario cattolico. prima della guerra, quest`armonia, nata dalla differenza, si ritrovava nella vita d`ogni giorno. sarajevo m`ha aperto gli occhi. ero stupito nel vedere una citta` cosi` ricca di grandi qualita` umane, soprattutto la tolleranza e la generosita`". la guerra, le figure di milosevic, karadzic e mladic, le contraddizioni e i voltafaccia della componente musulmana durante la guerra e i nazionalismi sorti dalla devastazione bellica sono qui spiegati. il militare serbo che difese sarajevo racconta le bombe, le tribolazioni dei civili, i doppi giochi dei politici bosniaci e della comunita` internazionale, la miseria e il desiderio di una pace che in bosnia non e` ancora davvero arrivata. "che vuoi che ti dica, compagno divjak. l`unica cosa che ci resta e` l`amore per questa straordinaria terra e per questa citta` unica al mondo che tu hai difeso con onore e che continui a onorare occupandoti degli orfani di guerra. posso dirti che ti ringrazio per quello che hai fatto e che fai, ignorando i briganti oggi al potere. dirti che amo ancora quel luogo come se l`avessi lasciato ieri. ci torno, e il tempo e` come se non fosse passato. per me e` tutto come allora, quando vidi sarajevo la prima volta sotto la luna, sotto le ultime nevi dell`igman" (dall`introduzione di paolo rumiz). |