celeste e nadir non sono fratelli, non sono nemmeno parenti, non hanno una goccia di sangue in comune, eppure sono i due punti estremi di un`equazione che li lega indissolubilmente. a tenerli uniti e` pietro, fratello dell`una da parte di padre e dell`altro da parte di madre. pietro, piu` grande di loro di quasi dieci anni, si divide tra le due famiglie ed entrambi i fratellini stravedono per lui. celeste e` con lui quando cade per la prima volta e, con un innocuo saltello dallo scivolo, si frattura un piede. pochi mesi dopo e` la volta di due dita, e poi di un polso. a otto anni scopre cosi` di avere una rara malattia genetica che rende le sue ossa fragili come vetro: un piccolo urto, uno spigolo, persino un abbraccio troppo stretto sono sufficienti a spezzarla. ma a sconvolgere la sua infanzia sta per arrivare una seconda calamita`: l`incontro con nadir, il fratello di suo fratello, che finora per lei e` stato solo un nome, uno sconosciuto. nadir e` brutto, ruvido, indomabile, ha durezze che sembrano fatte apposta per ferirla. tra i due bambini si scatena una gelosia feroce, una gara selvaggia per conquistare l`amore del fratello, che preso com`e` dai suoi studi e dalla politica riserva loro un affetto distratto. celeste capisce subito che nadir e` una minaccia, ma non puo` immaginare che quell`ostilita`, crescendo, si trasformera` in una strana forma di attrazione e dipendenza reciproca, un legame vischioso e inconfessabile che dominera` le loro vite per i venticinque anni successivi. e quando pietro, il loro primo amore, l`asse attorno a cui le loro vite continuano a ruotare, parte per uno dei suoi viaggi in siria e scompare, la precaria architettura del loro rapporto rischia di crollare una volta per tutte. al suo settimo romanzo, valentina d`urbano si conferma un talento capace di calare i suoi personaggi in un`attualita` complessa e contraddittoria, di indagare la fragilita` e la resilienza dei corpi e l`invincibilita` di certi legami, talmente speciali e cla |