gli antichi non avevano una chiara nozione del paesaggio. la scoperta, l`invenzione, anzi, del paesaggio nella pittura occidentale avviene tra il xiv e il xv secolo secolo fino poi a diventare un genere autonomo nel seicento. questa invenzione, per flavio cuniberto, e` inscindibile dalla diffusione del francescanesimo nel xiii secolo e dalla sua celebrazione della madre terra come immagine del regno di dio, del giardino originario. inventando il paesaggio, i pittori cominciarono ad aggirarsi senza saperlo intorno a questo luogo: a ritrovarlo nel fascino inspiegabile che si sprigiona dai variegati paesaggi della madre terra, sulle tracce del primo formidabile del paesaggio come memoria del regno: il santo di assisi, che lo percorrendo instancabile e come a passo di danza i luoghi dell`italia centrale: di quella italia che diventera` di li` a poco il . analizzando le opere dei grandi paesaggisti, flavio cuniberto conduce il lettore dinanzi al fascino di questa idea: il luogo, il giardino originario, che ha attratto anche i grandi viaggiatori metafisici del nostro tempo: martin heidegger, alla ricerca di quella che chiama la terra come tale (e che non e` soltanto la selva nera o il paesaggio del reno), e peter handke, innamorato dei luoghi come puo` esserlo solo chi intravede nei luoghi della terra i contorni baluginanti del regno. |