formulato per la prima volta da sigmund freud (ma dallo stesso non preso in debita considerazione), l`inconscio non rimosso, grazie anche alle recenti scoperte delle neuroscienze affettive, occupa un posto di primo piano nella riformulazione teorica della mente ma soprattutto nel lavoro clinico su psicopatologie (come, ad esempio, le addiction, le psicosi, il disturbo borderline di personalita`, il disturbo narcisistico di personalita` ecc.), rispetto alle quali si credeva originariamente che la pratica psicoanalitica fosse del tutto inefficace. partendo dall`analisi del concetto di inconscio rimosso (o dinamico), questo lavoro esamina, da un punto di vista evolutivo-relazionale, le peculiarita` neurobiologiche e psicologiche dell`inconscio non rimosso, evidenziando il ruolo delle relazioni interpersonali sul suo sviluppo e puntualizzando il suo rapporto sia con l`inconscio rimosso sia con la coscienza. particolare attenzione e` rivolta alla centralita` dell`inconscio non rimosso nella regolazione degli affetti; peculiarita` questa che ha indotto l`autore a considerare la psicoterapia sia come una talking cure (in rapporto all`inconscio rimosso) sia come una communicative cure (tenendo conto dell`attivita` dell`inconscio non rimosso): in poche parole, la relazione terapeutica risulterebbe dall`intreccio di comunicazioni simbolico-verbali e affettive intercorrenti nella diade paziente-analista. |