nell`erranza e nel tormento, nella solitudine e nella follia che segnano tutta la sua vita, dino campana compone versi tra i piu` alti e disperati della letteratura italiana. e` irta di ostacoli anche la strada che porta alla pubblicazione della sua raccolta, canti orfici, nata da una prima versione, il piu` lungo giorno, che campana consegna a giovanni papini nel dicembre 1913. papini la passa per un parere ad ardengo soffici, che la smarrisce nel corso di un trasloco. campana chiede piu` volte la restituzione del manoscritto, poi si rassegna: nel 1914 fugge sui monti vicino a marradi e in qualche mese scrive i canti orfici. grazie a una colletta, nell`agosto 1914 stampa il libro, che non e` "una semplice ricostruzione, ma il ripensamento piu` intenso e originale del poeta di marradi" (g. cacho millet), destinato a diventare un testo capitale della lirica del novecento. molti anni dopo, nel 1971, il manoscritto de il piu` lungo giorno sara` ritrovato in un baule dalla figlia di soffici, valeria, e venduto all`asta nel 2004 per 213.000 euro. |