palermo come beirut. bombe, mitra, pistole, un arsenale da guerra per lo scontro tra clan mafiosi che insanguina la citta` dal 1979 al 1986, con un bilancio terribile: mille morti, 500 vittime per strada, altre 500 rapite e scomparse, lupara bianca. una "mattanza", mentre il resto d`italia vive l`allegra frenesia degli anni ottanta. la "milano da bere". e la palermo per morire. l`escalation comincia il 23 aprile 1981, quando viene ucciso stefano bontade, "il falce", potente boss di cosa nostra. e un omicidio dirompente, che semina il panico nelle file delle piu` antiche famiglie mafiose, ribaltando gerarchie, alleanze, legami d`affari. centinaia di altri morti seguiranno. quasi tutti per mano dei corleonesi di toto` riina e bernardo provenzano e dei loro alleati, i greco, i brusca, i marchese: i boss in ascesa, che tramano, tradiscono, ingannano, uccidono per dominare il campo degli interessi: droga, appalti pubblici, armi, soldi. tanti soldi. non e` solo una guerra interna alla mafia. nel mirino dei killer, anche uomini con la schiena dritta al servizio delle istituzioni, come piersanti mattarella e pio la torre (alfieri del "buon governo" e di una politica efficace e pulita, contrapposta alle collusioni di vito ciancimino e alle ambiguita` di salvo lima), boris giuliano, cesare terranova, gaetano costa, carlo alberto dalla chiesa, rocco chinnici, ninni cassara`, e altri poliziotti e carabinieri, magistrati, giornalisti, medici, imprenditori che non si sono piegati alle intimidazioni. |