chi non ha mai sognato di possedere il siero della verita` e penetrare nel segreto della mente e del cuore degli altri e di se stesso? quale giudice non lo vorrebbe, quale potere non lo riterrebbe l`ideale strumento di controllo? kallocaina e` appunto il nome del siero della verita` che lo scienziato leo kall ha inventato per garantire allo stato sicurezza e stabilita`. ma la verita` sfugge alla strumentalizzazione, i suoi effetti sono sconvolgenti, rivelando la complessita` dei rapporti umani e portando il germe della disgregazione nel sistema. scritto nel 1940, quando era difficile nutrire grandi speranze nell`avvenire, "kallocaina" ha in comune con "noi" di zamjatin, "il mondo nuovo" di huxley, "1984" di orwell l`allucinata visione di una societa` spersonalizzata, dominata da uno stato poliziesco che arriva a invadere anche la sfera privata dei cittadini sopprimendo ogni liberta`. benche` le distopie appaiano spesso ingenue e superate dalle atrocita` del reale, le questioni sollevate dal romanzo suonano di allarmante attualita`. la continua violazione dei diritti umani, l`uso strumentale della giustizia, la disinvolta interpretazione delle leggi, la delazione eretta ad atto civico, l`acquiescente conformismo fanno parte del nostro panorama quotidiano. ma l`originalita` di "kallocaina", rara voce di donna in questo genere letterario, sta altrove: nella progressiva presa di coscienza del protagonista che verita` e ragione, verita` e controllo, verita` e potere restano inconciliabili, nel suo lento processo di liberazione dal proprio super-io, fino all`accettazione delle esigenze piu` profonde che aveva negato e soffocato dentro di se`: quel bisogno di amore, di liberta` e di fiducia, senza i quali l`esistenza e la persona umana perdono di valore e di significato. |