"un giorno di molti anni fa ho incontrato il male: sembrava poca cosa, appena un leggero impaccio alla mano. e invece... malattia di parkinson giovanile. avevo trentasei anni e trentanove al momento della diagnosi. ho `dato fuori di matto` e ho fatto un mucchio di sciocchezze - proprio non ne volevo sapere! eppure, eccomi qua, ventisei anni piu` tardi, con due elettrodi piantati nel cervello e due batterie sotto la pelle ma viva, fuori dal letto e in piedi." lucilla bossi e` nata sotto una buonissima stella. figlia unica di una bella famiglia milanese, e` stata una splendida ballerina della scala di milano, in seguito una spensierata giramondo e infine sposa e mamma di federico. poi e` arrivato quel maledetto giorno in cui la mano destra non riusciva ad arrotolare gli spaghetti nel piatto. il primo sintomo, inequivocabile, di quello che qualche anno dopo le verra` diagnosticato: parkison giovanile. da quella terribile scoperta, lucilla bossi ha provato tutto e il contrario di tutto: sia luminari della medicina che icone della spiritualita`. una lunga via crucis che pero` ha avuto il merito di guidarla inconsapevolmente al centro piu` profondo del suo essere. molto spesso i malati di parkinson sembrano persone depredate dell`anima. le spire della malattia li trasformano in gusci vuoti e tremanti, privi di quella scintilla vitale che sta nascosta dentro di noi. lucilla bossi non e` riuscita ovviamente a debellare la malattia, ma si e` tenuta l`anima. |