nell`agosto del 2021 l`esercito degli stati uniti ha lasciato definitivamente kabul dopo aver combattuto una lunghissima e sanguinosa guerra. ora che la sconfitta e` venuta, e` il momento di ammetterlo: l`america, l`occidente, sono rimasti vent`anni in afghanistan, vi hanno condotto una guerra, scelto e gettato via alleati e governanti, distribuito denaro (150 miliardi dollari l`anno) e ucciso migliaia di persone sulla base di un`antropologia immaginaria, tutta agghindata di mediocri astuzie: una favola che dava una forma confortante ai nostri desideri poiche`, al di la` del folclore e della storia, non ci siamo mai veramente occupati di chi siano gli afghani; non erano infatti i loro guai la ragione per cui eravamo andati in afghanistan. oggi, dopo vent`anni di questa fiaba sanguinaria, ancora non sappiamo chi sono davvero i talebani che ci hanno cacciati via, sono rimasti qualcosa di inaccessibile e di oscuro: quali classi sociali rappresentano? dove reclutano martiri e guerrieri infiniti? perche`, e in che modo, ridotti a turbe di fuggiaschi sconfitti del 2002, sono diventati la bufera che a passi di lupo ha conquistato il paese? da questa domanda nasce il presente libro, che e` un dialogo notturno tra un ex capitano dell`esercito afghano e un giornalista occidentale, ed e` fatto di semplice discorrere e narrare come in un accampamento attorno al fuoco, mentre la notte incombe. un dialogo che e` un viaggio dentro al cuore di tenebra dell`afghanistan e una lunga meditazione sulla violenza che ha travolto un paese e rischia di condurlo al collasso. |