il libro nasce dall`esperienza, come volontaria, presso il carcere romano di rebibbia. con il cappellano, don antonello, luca e maria grazia, abbiamo animato la messa domenicale rendendola luogo di ascolto del detenuto e di accompagnamento delle tante storie sulla scorta della lettura del vangelo. ne e` nata una sorta di messa con omelia dialogata in cui i detenuti hanno potuto raccontare se stessi, le loro paure, sofferenze, gioie e speranze. il tutto alla luce dell`insegnamento evangelico come strada di guarigione delle ferite e ricostruzione di un cammino di vita. ho pensato quindi di riunire il materiale e farne uno strumento per mostrare una realta` di periferia esistenziale poco nota se non nelle sue accezioni piu` negative. un modo per far risaltare il percorso umano e di fede del detenuto e per soffermarsi a riflettere, in chiave spirituale, su come anche noi, cosiddetti liberi, in realta` viviamo prigioni molto piu` sottili e invisibili che generano una notevole sofferenza. un libro scritto, inoltre, per cercare di abbattere giudizi e pregiudizi sul mondo carcerario, ricco invece di umanita`, volonta` di recupero e rilancio della propria vita alla luce di un dio che non giudica ma accoglie, non scarta ma ripara. |