dopo le sei giornate dei dialoghi della nanna (1534 e 1536), a distanza di pochi anni e ancora nella libera venezia pietro aretino mette a punto altri due scritti che sfruttano l`impianto dialogico, il ragionamento de le corti (1538) e il dialogo del giuoco (1543), testi finora relegati in una relativa marginalita` eppure meritevoli di considerazione, e non solo per la tensione linguistica e stilistica che li attraversa. il ragionamento porta a perfetto compimento l`aspra critica dell`istituto corte, secondo modalita` di scrittura consuete per il flagello, mentre al contempo mira, in maniera sottile e con una strategia resa cauta dalla posta in gioco, a inserirsi all`interno del dibattito politico suscitato dal convegno che nel 1538 vide riuniti a nizza l`imperatore carlo v, il re di francia francesco i e il papa paolo iii, ovvero i rappresentanti delle maggiori corti della cristianita`. dentro le mura amiche del giardino di francesco marcolini quattro interlocutori si confrontano sul tema della corte e della vita cortigiana; con il risultato che a appena dieci anni dalla pubblicazione del cortegiano di castiglione si avvia una riflessione che tenta di incrinare il modello gia` classico della corte e quello del cortigiano. percepito da subito in stretta connessione con il ragionamento, il dialogo e` frutto della conoscenza dettagliata della passione per il gioco delle carte dimostrata da figure di primo piano dello scenario cinquecentesco cosi come da personaggi semi-sconosciuti. |