"arrivo a volterra che e` novembre, e` sera e fa un freddo cane. dal cellulare blindato, il ducato, non vedo niente e mi e` venuto il mal di stomaco per le curve. volterra e` proprio `ncopp` a `na muntaqna. maronna mia, ma dove mi stanno portando, in un carcere sperduto d`o pataterno." quella sera, aniello arena non sapeva che proprio in quel carcere sperduto d`o pataterno sarebbe rinato. allora, per usare le sue parole, "ero ancora un pezzo di carne che camminava". ma partiamo dall`inizio di questa storia durissima che aniello ha trovato la forza di raccontare. a barra, quartiere degradato alla periferia est di napoli, lui e` uno scugnizzo con il fuoco dentro e troppo poche possibilita`. dalle sue parti tanto e` difficile costruirsi una vita "regolare", quanto e` facile arrangiarsi ai margini della legalita`, finire in un brutto giro e commettere errori che, prima o poi, si pagheranno salati. e cosi` che aniello, ancora giovanissimo, entra per la prima volta a poggioreale, un carcere che "e` un rimedio peggiore del male che dovrebbe curare". ne esce, ma ormai e` preso nella spirale degli errori e, nonostante abbia moglie e figli che ama, non riesce a rimettersi su una buona via. anzi. presto e` un`escalation che, passando per diversi penitenziari, porta dritto all`ergastolo. fine-pena-mai. un abisso che svela con parole vibranti, descrivendo la vita carceraria come nessun altro ha fatto finora, con cruda autenticita` ma non senza lasciarsi sfuggire, ogni tanto, un guizzo d`ironia. |