lo spazio narrativo del fantastico, tipico della modernita` nera e romantica che nel nostro ottocento ha raccolto pochi racconti degli scapigliati, ha dato le sue prove migliori in altre letterature. esiste invece una tradizione d`eccellenza che, dagli anni venti del novecento fino a fine secolo, colloca idealmente il neofantastico italiano accanto a borges e cortazar. questo saggio esplora questa dimensione attraverso le opere di alberto savinio, tommaso landolfi, anna maria ortese e antonio tabucchi. e un fantastico spesso spurio, ibridato con l`autobiografico e il poliziesco, che nel repertorio classico di case maledette o statue animate, doppi o visioni oniriche introduce elementi di piu` sottile ambiguita` e indefinitezza. |